STORIA DELLA BAND
Ricordiamo bene i nostri due primi spettacoli nelle piazze di Sarroch il 16 settembre 1978, e di Quartucciu il 18 settembre. In queste due date abbiamo suonato alcuni pezzi contenuti nel primo LP: Banda Beni. Per la copertina ci siamo ispirati all’album bianco dei Beatles e l’abbiamo fatto uscire nero, con il nostro logo in bianco.
Lilliccu Cherchi, il figlio Felicetto Lecca e il compare Sebastiano Todde. Questa la formazione originaria! Il nostro primo LP contiene, oltre a Ziu Lilliccu e Deu, altri nove pezzi: dal rock di Di ‘e trippa e Simeone Locci al melodico di Ninna Nanna, musicata da Filippo e dedicata da Mario al figlio… di cui si possono sentire i primi vagiti. Gavino Tanduli, ballata che racconta la bizzarra storia dell’omonimo bandito, la coinvolgente e sempreverde Mamma Tua, Ariseu che ha reso protagonista la piazza di Samugheo e Su Vicariu la storia di un curato che oltre ai tanti impegni pastorali deve occuparsi dei problemi della sorella: “Ho i fedelli, ho la mia gente e tengu puru ‘na sorri de coiai”.
”Giorgio: Questo primo disco è stata una bella esperienza perché avevo dei musicisti tecnicamente molto preparati. Considerando l'enorme quantità di voci e strumenti registrati in sole quattro tracce (all'epoca c'era solo quello), forse alla fine del lavoro ci siamo sentiti i Beatles in sedicesimi pensando a Sgt. Pepper’s!
Una curiosità riguarda Nobari Nosus. Avevamo preparato un arrangiamento essenzialmente acustico (chitarre, viola e cassa della batteria, un po’ come Two of Us dei Beatles), che prevedeva l’ingresso del basso solo nell’inciso caratterizzato dal cambiamento di tempo. Marcello chiese di fare una seconda versione con una cassa in battere perché potesse essere ballabile. Ci siamo messi perciò a studiare un arrangiamento alternativo, con il debutto del sythesizer: il pezzo è stato gradito da Marcello, e così abbiamo inserito nel disco ambedue le versioni. Ciascuno di noi aveva i Beatles nel sangue, ma anche i Queen, i Beach Boys e altri gruppi. Per questo ci siamo divertiti a cantarli… a modo nostro!!! Il segreto delle nostre parodie sta nel fatto che le abbiamo costruite tentando di riprodurre, in un dialetto sardo un po’ “imbastardito”, la musicalità delle parole.
In questo periodo realizziamo tutta una serie di video clip per la TV, firmati da Giorgio Ghiglieri, per la cui realizzazione occorrevano intere giornate di lavoro. Vere e proprie perle oggi diventate introvabili.
”Carlo: Particolarmente riusciti erano Gavino Tanduli con tanto di funerale del bandito fra le strade di Castello e Nobari Nosus con arrivo della “cabillac” (per l’occasione la mia 850 verde) al parcheggio delle macchine che venivano dai paesi, che all’epoca era nel Corso Vittorio Emanuele fronte CIS (ora ERSU) e gran bevuta di birre al bar svizzero nel Largo Carlo Felice.
”Mario: Non fu facile entrare in una vera bara per il video di “Gavino Tanduli”... bara peraltro già pronta con tanto di tulle! Gli altri Banda Beni piangevano la mia morte ma in realtà dovevano trattenere le risate, soprattutto quando uno di loro tentò di sottrarmi il fiasco del vino che tenevo tra le braccia. Il braccio del morto improvvisamente si animò in un gesto facilmente immaginabile!!!
I Banda Beni non sono solo un gruppo musicale: per i giornali siamo stati gli inventori del Rock- Cabaret, definizione che ci diede per primo il compianto amico Antonello Severino.
Nel corso delle serate ogni canzone veniva introdotta da battute e piccoli sketch che coinvolgevano il pubblico presente e che hanno fatto un po’ la nostra fortuna.
Ad ogni piazza dedicavamo un “Trallaleru” sotto forma di poesia, generalmente di Giosuè Carducci o Giovanni Pascoli (così dicevamo noi!!!). Doppi sensi e battute a non finire.