STORIA DELLA BAND
E infatti cominciamo a comporre nuovi pezzi ma soprattutto ci incontriamo per cantare e suonare, come ai vecchi tempi! Così, a settembre del 2018, sulla falsa riga della prima Ziu Lilliccu, lanciamo Succubeeh un brano che racconta della rassegnazione delle pecore… appunto “succubi”. E il passo dalle pecore ai sardi non è lontano: sempre un po’ succubi di governi centrali, europei, ecc. L’ultima strofa: … a tui chi mi cumandas, che temi che mi perda, attento di non fare sa fini de sa m… è una presa di coscienza del proprio stato ma allo stesso tempo una sorta di augurio nei confronti degli “oppressori” di turno. Firmato da Mario, il brano è ancora una volta edito da La Strega Records di Marcello e, per la prima volta, viene distribuito on-line. Il sound è quello tipico dei Banda Beni, abbiamo curato gli arrangiamenti sotto la supervisione di Filippo. Ha dato il suo contributo Sergio Lasi dei Siki. La registrazione e il mixaggio sono stati curati da Giuseppe Aledda presso “La cisterna”. La copertina è stata ideata e realizzata da Alessio Pusceddu.
”FILIPPO: la registrazione di Succubeeh è stata a tratti piuttosto travagliata, non per l’arrangiamento ma a causa della pecorella: ci ho messo un bel po’ di tempo a trovarne una adatta. La cosa più difficile però è stata non tanto trovare la pecorella che si sente nel brano, quanto convincerla a dire esattamente quello che volevo io!
A cura di Marco Biggio